domenica 6 gennaio 2013

Fermate l'Italia: voglio scendere!


In Italia la maggioranza delle persone è talmente ignorante e credulona, superficiale, scorretta moralmente e civilmente, opportunista, incoerente, impulsiva, da non riuscire a distinguere una bufala per quanto incongruente essa sia, dalla verità.

Con bufala intendo riferirmi a qualsiasi panzana non solo mediatica, ma anche e sopratutto politica ed economica profferita per fini propagandistici.

Se a questo "patrimonio" della maggioranza degli italiani si aggiunge anche la loro atavica irresponsabilità di delegare sempre agli altri compiti, azioni e decisioni, il quadro è abbastanza completo e premonitore.

FBoook, che è la cartina tornasole di questo generale modo di essere, mostra chiaramente la loro vacuità: la gente è convinta che per aiutare qualcuno basti pubblicare una foto, mettere un mi piace, condividere o copiare e incollare un contenuto.
Sembrerebbe il teatro dell'assurdo, mentre invece è qualcosa di ancora più allarmante: è la vetrina dell'imbecillità attuale.

Milioni e milioni di persone. Che sono anche milioni e milioni di voti...
Che andranno a ingrassare e permettere che si reiteri l'andazzo che ha portato sul baratro della disperazione molti cittadini. Al «default», per dirla in economichese.

Politici che rubano e invitano i creduloni a rivolgere la loro attenzione e la loro rabbia disperata,  verso i capri espiatori di turno: "gli evasori", i "comunisti", "roma ladrona", "i falsi invalidi". Una volta in quel mirino c'erano anche i commercianti ed i lavoratori autonomi in generale. Oggi, ridotti come sono, sono stati esonerati dall'incarico di capri espiatori.

Mai nessuno che abbia cercato di fare semplici ragionamenti (delegano agli altri anche le più semplici funzioni cerebrali): se 20 milioni di persone rubano 100 miliardi [i capri espiatori] e in 1.000 rubano 500 miliardi [i politici], chi è il vero ladro ?!?

Il problema dell'Italia però non è "il politico" in sé, bensì chi lo vota. 
Una classe di corrotti che ad ogni tornata elettorale riesce comunque a imbonire una massa di imbecilli creduloni che con le loro scelte, per l'ennesima volta, condanneranno anche la parte incolpevole del Paese.

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L'Italia è fatta di piccole imprese. Questa è la sua immagine fotografata dall’ISTAT non molto tempo fa: 
"...i dati confermano come le Pmi costituiscano la spina dorsale dell’economia della Penisola con il il 95% di aziende con meno di 10 addetti su 4,5 milioni di imprese dell’Industria e dei Servizi, dando occupazione al 47% dei lavoratori del settore (in totale circa 17,5 milioni).

Il 23% degli addetti è impiegato nel settore Manifatturiero, il 20% nel Commercio all’ingrosso e al dettaglio e l’11% nelle Costruzioni.
Il 65,2% di queste (circa 3 milioni) sono imprese senza dipendenti e 2/3 sono ditte individuali, capaci di dare un impiego al 25% degli occupati, il 18% sono società di persone, il 17% società di capitali e l’1,1% società cooperative".

giovedì 17 maggio 2012

Gli Italiani che mi rappresentano...

Ci sono italiani in cui non mi riconosco e che mi fanno vergognare di essere italiano ed altri, da cui mi mi sento rappresentato, difeso, compreso, accompagnato. Ho deciso così di aprire a breve una pagina dove ritrovarmeli quando guardando fuori mi sento solo, deriso, derubato non solo dei soldi ma anche della dignità.
Un grazie a loro che esistendo, mi danno modo di continuare a sperare ed un motivo per resistere.

martedì 15 maggio 2012

Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?


La crisi economica. I politici corrotti. I suicidi. Sono questi oggi gli argomenti delle pagine dei giornali, delle rubriche, delle inchieste televisive. Una realtà che stride con quella presentata nella réclame degli Ipod, degli iPad, degli Iphon.
La “parola”, per dirla alla Fazio & Saviano, sempre più ricorrente è rivoluzione. Naturale risposta al profondo malessere che sta logorando gli ultimi brandelli di serenità e di lucidità di molti italiani. E non solo.
Da siciliano irriducibile mi è venuto in mente un grande questore, la cui onesta amministrazione rese felici siciliani per molti anni. In seguito fu sostituito da un uomo corrotto in modo spaventoso che rubava, neanche intelligentemente. I siciliani allora ricorsero a lui per essere difesi ed egli lo fece con grande successo. Correva l’anno 70 a.c.  e quell’uomo era Marco Tullio Cicerone.
Si, perché quello che oggi provano gli italiani, i siciliani lo vivono da più di duemila anni. I primi indignados sono stati probabilmente loro. La Sicilia è stata sempre dominata dalla potenza di turno. Hanno sempre subito interessi politici nati e gestiti in luoghi distanti anni luce dalla loro vita. Una sorta di italiani di scorta. I Re di turno non risiedettero mai in loco. Da sempre un popolo ed una terra solo da mungere dove lo Stato è sempre stato assente. Salvo ricordarsene per esigere i tributi o andare a morire in guerra per un’Italia che non li ha mai cagati. Né prima né dopo.
È in questo distacco tra Stato e cittadino che muore il senso di appartenenza allo Stato. Noi siciliani lo conosciamo bene. Duemila anni di storia prima o poi te lo ficcano bene nel cervello e nel DNA. Oggi però queste radici hanno incominciato a invadere le menti di molti italiani.
Guardando l’impero romano di allora, duemila anni fa Cicerone fece le stesse considerazioni che oggi descrivono e interpretano perfettamente la situazione odierna, il suo disagio, le sue cause. I suoi rimedi.
Riporto alcuni appunti copiati da me tempo fa da uno studente ricercatore di cui purtroppo non ricordo il nome, che  altrimenti citerei volentieri, per la completezza e l’accuratezza del suo lavoro.

Cicerone era un politico oltre che un avvocato e aveva capito che bisogna rinnovare la cultura: produsse  un nuovo modello culturale, un nuovo modello di società, un nuovo modello di uomo (humanitas).
Punti del pensiero: Cicerone parte dalla constatazione della crisi della società romana, una crisi politica e dei valori. Le istituzioni erano degenerate, non riuscivano più a far politica, non erano più autorevoli, ma erano invece vittime dei giochi di parte. La politica non perseguiva più il bene del cittadino, ma era pregnata di arrivismo, di lotte di fazione.
I politici erano dei mediocri, vale a dire, o erano scarsamente intelligenti o erano persone senza scrupoli. Mancava il senso civico nel politico, il quale ormai obbediva solo all’ambizione. Mancava la moralità della politica.
Era stato perso il senso dello stato. La politica era passata dall’universalità al personalismo. Ma perché questa crisi politica? La crisi politica era specchio della crisi della società. Non bastava quindi cambiare la politica, ma bisognava cambiare la società e l’uomo.
Cicerone vide che i valori non esistevano più. Ormai il Romano aveva perso il senso della propria identità, perché non aveva più punti di riferimento, …, senza idee di sé stesso e della propria vita.
Osservò la lontananza fra i giovani e la politica, le nuove generazioni erano aliene all’idea di Stato, erano proiettate nel godimento immediato dei sensi. I giovani avevano perso un’idea costruttiva di sé e del futuro, erano apatici, indifferenti. […]. Bisognava ricostruire i valori.
La tradizione romana non era negativa, il mos maiorum (letteralmente “il costume degli antenati)  era valido e per questo Cicerone cercò di salvare ciò che c’era di buono.
IL mos maoirum  era valido poiché aveva dei valori validi, come la fides (la fedeltà nei rapporti umani), l’impegno dell’uomo in politica. Per cui poteva essere utile, proprio in politica per eliminare i personalismi e farla ritornare ad attività di tutti.
Proprio per questo bisognava cercare di far apprezzare il mos maiorum ai giovani, ma doveva essere applicato ai tempi, doveva essere addolcito e andava fatto amalgamare con la società del tempo. Occorreva, come sosteneva Cicerone, elasticità: difendere alcuni valori fondamentali, ma cercare di temperarli con nuovi stili di vita.
Era necessario evitare rigorismi ed estremismi.
Il principale strumento era l’educazione, per questo Cicerone ricorse ad una riforma della cultura. […]. La riforma culturale è di per sé positiva in quando forma l’uomo e lo rende capace di ragionare e di scegliere. Cicerone volle quindi offrire ai giovani dei valori semplici e fargli sembrare naturale l’impegno.”

La storia ci insegna e ci ammonisce. In tempi meno lontani , ma ahimè sconosciuti a molti giovani, la società  fu succintamente divisa in proletariato, ceto medio e borghesia. Il concetto di «proletariato», o chi per lui, è oggi percepito da meno di un terzo degli italiani, che tendono ad usare il termine povertà. Nel concetto di «borghesia» oggi si tende a identificare la classe dirigente, l’élite intellettuale  illuminata e illuminante  (Giuseppe Sarcina). Il ceto medio  oggi è inteso e identifica la massa anonima e indifferenziata, animata solo da pulsioni individuali e istinti legittimi di miglioramento del proprio conto economico: un miscuglio cha sta alla base delle loro scelte e che “giustifica” la loro corsa sregolata al guadagno ed all’arricchimento anche illecito. Mentre nel passato il ceto medio e la borghesia erano concorrenti, oggi sono soltanto due modi di essere.
Come si è passati dal «personalismo», dal Kierkegaard fino a quel Marx che invitava a recuperare la propria dimensione interiore e la facoltà di cambiare il proprio destino con le proprie mani, allo sfacelo, soprattutto morale, che connota la classe politica odierna, specchio della società in cui viviamo?
Norberto Bobbio, in un suo scritto o in un’intervista, ora non ricordo, spiegò tale passaggio con la scomparsa della “mitezza”, intesa come qualità virtuosa della borghesia, e della visione corale della società.
Esse vennero eclissate dall'arroganza amorale e dall'egoismo, che incanalarono la società nell'iperbole «dell'io» con Silvio Berlusconi e «il berlusconismo». É l’era dal «presentismo»
Il «presentismo» della politica, che non significa solo governare pensando a se stessi (le leggi ad personam di Berlusconi), ma coniare addirittura un nuovo modello culturale dove «il mondo è dei furbi».
Un profluvio di indagini statistiche confermano che in tale periodo sfumano il senso del peccato e del reato: l'85% degli italiani, con un picco fino al 91% nelle grandi città, ritiene che la coscienza debba essere l'unico arbitro dei propri comportamenti e il 67,6% ritiene che le regole non debbano soffocare la realtà personale.
La parabola del berlusconismo è giunta al termine ed i risultati di questa mentalità è ora sotto gli occhi di tutti.
Ora è il momento di sostituire nel discorso pubblico «l'io con il noi». Il tempo delle deleghe è finito.
Ereditiamo una classe dirigente di rubagalline e di cialtroni ancora perfettamente in sella, che ha trasformato la società in un sistema delle tangenti, piegata a quella mafia che approfittando dell’indifferenza prodotta dalla perdita del senso civico, oggi  stringe alla gola di migliaia di imprenditori. Ereditiamo una classe dirigente e politica che ha perso, se mai l'ha avuto, il senso dello stato, del "servire il popolo". Una classe politica che litiga sugli scranni, davanti al letto della nazione moribonda,  salvo poi trovarsi compatta fino a ieri nell’aumentarsi compensi e benefit nascosti in emendamenti simulati. Una classe politica e dirigente terrorizzata più dal perdere con il potere  anche i propri privilegi, piuttosto che dall’aumento dei suicidi per debiti e povertà.
La Storia insegna riproponendosi. Ciclica. Sempre.
Un altro esempio?
Il fatto: il dottor Pietro Grasso,  durante la trasmissione «La Zanzara» di Radio24, come ribadito in un’apposita nota dalla redazione, «per ben due volte nel corso della trasmissione i conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo hanno chiesto al dottor Pietro Grasso (il procuratore nazionale antimafia si badi bene!) se avrebbe dato un premio a Silvio Berlusconi per la sua attività antimafia. Entrambe le volte il procuratore ha risposto positivamente. Anzi, la seconda volta ha ribadito: Certamente sì ».
Il magistrato Antonio Ingroia, alle domande dei cronisti in merito a tali dichiarazioni risponde: «Non diamo meriti a chi non li ha».  Ebbene, il “nostro” procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso ha attaccato il Magistrato Ingroia in quanto reo di fare troppa politica!
Ingroia conosce bene i tempi in cui Falcone prima, Borsellino dopo, furono abbandonati ed emarginati proprio dalla Magistratura di allora. Quell’epilogo lo conosciamo tutti.

Riattraversare i momenti storici e le sue vicende è anche un modo per capire che cosa è oggi il nostro Paese e cosa continuerà ad essere nei prossimi anni, se il nostro modello culturale non verrà ricompilato e questo “sistema” non verrà smantellato.
La rivoluzione da intraprendere deve essere perciò principalmente quella culturale, mettendo all’angolo coloro sono disposti ancora a credere ad individui come Bossi, Berlusconi o ai 94 senatori (quasi tutti del PD) che hanno votato contro i tagli alle pensioni d’oro e cercare di ricompattare le file con chi invece oggi continua a credere e a sperare scommettendo su sé stessi e sui milioni di italiani che hanno sempre lavorato ogni giorno onestamente.
Occorre farlo in fretta, affinché nella voragine della disperazione non cadano altri onesti lavoratori, umiliati e derubati da uno Stato “ladrone” o “pappone”.
Bisogna dimostrare loro che non sono soli, che singolarmente e coralmente si può. Che la serenità è ancora possibile. Che esiste ancora, una pace senza morte.

Io vulesse truva' pace                 S'arapesse na matina,
ma na pace senza morte.            na matin' 'e primavera,
Una, mmiez' 'a tanta porte          e arrivasse fin' 'a sera
s'arapesse pe' campa'!               senza dì: "nzerràte llà!"
                                                   Eduardo De Filippo







lunedì 7 maggio 2012

L'Ucraina e il governo italiano svelano il loro vero volto


12 deputati e funzionari ucraini hanno chiesto ed ottenuto un incontro d’ urgenza con i deputati italiani, incontro effettivamente avvenuto  intorno al tavolo del presidente della Commissione Esteri il 19 aprile 2012, a Montecitorio.
   Sono dodici persone: deputati e funzionari (forse poliziotti). Argomento : l’ex Primo Ministro, Julija Tymošenko (qui), capo della opposizione al momento in cui è stata arrestata e in poche ore giudicata e condannata a sette anni di reclusione.


   Uno dopo l'altro sono lì a dirsi offesi (offeso il loro Paese) per avere accolto e ascoltato al Parlamento italiano la figlia della loro prigioniera. Lo dicono con particolare acredine e cattiveria rivolgendosi  Furio Colombo, presente in quell’incontro in quanto è stato proprio Furio Colombo, insieme ai deputati Vernetti e Mecacci , a invitare Eugenya Tymoshenko, figlia di Julia, al Comitato per i Diritti Umani della Camera dei Deputati. 


   Chi “parla” è Olena Bondarenko, che oltre che deputato è anche primo vicepresidente della Commissione sulla libertà di espressione e di informazione e presidente della sottocommissione sulle trasmissioni radiotelevisive la quale inoltre chiede alla rappresentanza italiana di unirsi alla condanna della ex primo ministro ucraino, ora capo dell’opposizione “traditrice e giustamente carcerata”.


   A tali parole “imbarazzanti per noi” [Furio Colombo, ndr] lo stesso deputato risponde “che non ci saremmo prestati a fare da giuria cieca disposta a confermare la loro condanna, di cui sappiamo solo che impedisce l’opposizione e nega la democrazia”. 
    Tale posizione è pienamente condivisa dagli altri nostri deputati presenti : Antonione, Pianetta, Tempestini e Maran mentre (inaudito!) i deputati leghisti presenti dicono con energia che loro non vedono niente di sbagliato in questa visita e vogliono che si sappia che sono d'accordo con gli emissari della polizia e del Parlamento ucraino!!
   Tale incontro ha un preciso obiettivo: vogliono che i Mondiali di calcio che stanno per svolgersi in quel Paese,  avvengano come se tutto fosse perfettamente normale e si parli solo di calcio.


   Successivamente, il 2 maggio avviene un altro fatto anch’esso inquietante : il segretario generale dell'Osce (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione europea) l'ambasciatore italiano Lamberto Zanner, va ad  annunciare alla commissione Esteri del Senato, il “basso profilo” che il governo italiano intende adottare verso l’Ucraina. Precisa: "La diplomazia non può entrare in una vicenda così delicata. E poi l'Ucraina sta per assumere la presidenza di turno dell'Organizzazione, dunque meglio non creare problemi.”

  Cito testualmentoeil pensiero di Furio Colombo:
…e improvvisamente ti viene in mente che mai nessuno, negli Anni Trenta” ebbe il coraggio di parlaredelle  leggi razziali in Germania e in Italia, mentre quelle leggi già segnavano i due Paesi e annunciavano la tragedia. “Basso profilo", doveva essere la parola d'ordine delle diplomazie di allora, come si legge nella biografia dell'ambasciatore americano a Berlino nel 1939 (a cura di Erik Larson, Neri Pozza). 
Solo dopo, sono stati contati - a milioni - i morti.  Eppure quelle leggi erano l’annuncio di tutto. Possibile che la parte peggiore della storia debba ripetersi indisturbata, sia pure con l'abilità di camuffarsi ogni volta ?


Quando l'umanità non riesce a trarre insegnamento dagli errori (e dagli orrori) del passato, smette di evolversi e tutti coloro che direttamente o indirettamente ne sono complici, non possono né debbono avere alcuna giustificazione. Nessuno di noi può sottrarsi, pena una dichiarata collusione ideologica, al compito di combattere tale involuzione con tutte le nostre forze e possibilità. Ne va della nostra dignità, del futuro dei nostri figli, della Libertà per cui si sono immolati milioni di persone in Italia e nel mondo.
Julija Tymošenko


Ecco i 94 senatori che hanno votato contro i tagli alle pensioni d’oro


Qualche giorno fa al Senato nella votazione sui tagli alle pensioni d’oro dei supermanager pubblici il governo che oggi godono di stipendi favolosi e domani avrebbero goduto di pensioni altrettanto favolose  come il presidente dell’Inps o quello di Equitalia, con stipendi fino a €.1.200.000 l’anno (pagati da noi).La maggioranza dei senatori era favorevole tuttavia, 
in 94 si sono battuti come leoni contro quell’emendamento e a favore del mantenimento delle pensioni d’oro
Tutto il Pd, ad eccezione di sette senatori che, in uno scatto di dignità, hanno votato contro. Ad esprimersi a favore delle superpensioni dei manager pubblici troviamo, per esempio, figure del calibro di Anna Finocchiaro, Enzo Bianco, Maurizio Gasparri o Pietro Ichino, (lo stesso che va in giro a predicare il superamento del divario tra le generazioni)
Non è stato facile trovare i nomi dei 94. Nessuno li ha pubblicati o diffusi, forse pensando così di occultare un dato importantissimo e imbarazzante. Invece gli elettori debbano sapere come si muovono i propri rappresentanti dentro il Parlamento, perché è lì, nei meandri dell’attività parlamentare, che va giudicato il loro lavoro e non sui giochetti retorici nei salotti tv. POST VIOLA [il blog ufficiale del Popolo Viola, fondato e gestito dagli ideatori ed organizzatori del No Berlusconi Day del 5 dicembre 2009] si sono messi al lavoro: sono andati sul sito del Senato, spulciato i resoconti stenografici, individuato (con difficoltà) il codice della votazione e infine elaborato questo elenco. 

Di seguito l’elenco. Vi invito a diffonderlo il più possibile.


1) Adamo Marilena (Pd)
2) Adragna Benedetto (Pd)
3) Agostini Mauro   (Pd)
4) Armato Teresa   (Pd)
5) Astore Giuseppe (Gruppo Misto)
6) Baio Emanuela   (Api)
7) Barbolini Giuliano   (Pd)
8) Bassoli Fiorenza   (Pd)
9) Bastico Mariangela   (Pd)
10) Enzo Bianco   (Pd)
11) Biondelli Franca   (Pd)
12) Blazina Tamara   (Pd)
13) Bubbico   Filippo (Pd)
14) Cabras   Antonello (Pd)
15) Carloni   Anna Maria (Pd)
16) Castro   Maurizio (Pdl)
17) Ceccanti   Stefano (Pd)
18) Ceruti   Mario (Pd)
19) Chiaromonte   Franca (Pd)
20) Chiurazzi   Carlo (Pd)
21) Cosentino   Lionello (Pd)
22) Cursi   Cesare (Pdl)
23) Cutrufo   Mauro (Pdl)
24) De Luca   Cristina (TerzoPolo)
25) De Luca   Vincenzo (Pd)
26) De Sena   Luigi (Pd)
27) Del Vecchio   Mauro (Pd)
28) Della Monica   Silvia (Pd)
29) Della Seta   Roberto (Pd)
30) Di Giacomo   Ulisse (Pdl)
31) Di Giovan Paolo Rob. (Pd)
32) Donaggio   Cecilia (Pd)
33) D’Ubaldo   Lucio (Pd)
34) Filippi   Marco (Pd)
35) Finocchiaro   Anna (Pd)
36) Fioroni   Anna Rita (Pd)
37) Follini   Marco (Pd)
38) Franco   Vittoria (Pd)
39) Galioto   Vincenzo (Pdl)
40) Galperti   Guido (Pd)
41) Garavaglia   Maria Pia (Pd)
42) Garraffa   Costantino (Pd)
43) Gasparri   Maurizio (Pdl)
44) Gentile   Antonio (Pdl)
45) Ghedini   Rita (Pd)
46) Mirella   Giai (GruppoMisto)
47) Giordano   Basilio (Pdl)
48) Gustavino   Claudio (TerzoPolo)
49) Ichino   Pietro (Pd)
50) Latronico   Cosimo (Pdl)
51) Legnini   Giovanni (Pd)
52) Livi Bacci   Massimo (Pd)
53) Marcucci   Andrea (Pd)
54) MariaMarinaro   Francesca (Pd)
55) Marini   Franco (Pd)
56) Marino   Ignazio (Pd)
57) Marino Mauro Maria   (Pd)
58) Mazzaracchio   Salvatore (Pdl)
59) Mercatali   Vidmer (Pd)
60) Milana   Riccardo (TerzoPolo)
61) Monaco   Francesco (Pd)
62) Morando   Enrico (Pd)
63) Morri   Fabrizio (Pd)
64) Passoni   Achille (Pd)
65) Pegorer   Carlo (Pd)
66) Pertoldi   Flavio (Pd)
67) Piccioni   Lorenzo (Pdl)
68) Pignedoli   Leana (Pd)
69) Pinotti   Roberta (Pd)
70) Pisanu   Beppe (Pdl)
71) Poretti   Donatella (Pd)
72) Ranucci   Raffaele (Pd)
73) Roilo   Giorgio (Pd)
74) Rossi   Nicola (Pd)
75) Rusconi   Antonio (Pd)
76) Sangalli   GianCarlo (Pd)
77) Sanna   Francesco (Pd)
78) Santini   Giacomo (Pdl)
79) Saro   Giuseppe (Pdl)
80) MariaSerafini   Anna (Pd)
81) Serra   Achille (TerzoPolo)
82) Sircana   Emilio Silvio (Pd)
83) Soliani   Albertina (Pd)
84) Stradiotto   Marco (Pd)
85) Strano   Antonino (Pdl)
86) Tomaselli   Salvatore (Pd)
87) Tonini   Giorgio (Pd)
88) Totaro   Achille (Pdl)
89) Treu   Tiziano (Pd)
90) Vicari   Simona (Pdl)
91) Vimercati   Luigi (Pd)
92) Vita   Vincenzo (Pd)
93) Vitali   Walter (Pd)
94) Zanda   Luigi (Pd)

Questa gente merita di essere   …conosciuta da tutti.

domenica 6 maggio 2012

Chi è il vero nemico dell'Italia?

Il vero nemico dell'Italia è ...l'italiano stesso! Quello infingardo, pronto a credere come Pinocchio a qualsiasi Gatto o Volpe gli prospettino mari e monti, leggasi raccomandazioni e favori, che lo traghettino senza farlo impegnare in un "futuro migliore". Io non ho mai temuto i politici-cialtroni, ma ho paura di chi li ha votati e che li voterà ancora. Sono loro il vero cancro. Queste persone, quando non sono in malafede, sono il classico ignorante che non sa o sa poco e male e non vuol sentir ragioni; quello che non capisce né vuol capire. Ditemi voi se c'è un pericolo maggiore di questo tipo di italiano! Poiché essi sono la maggioranza, per operare un cambiamento reale si dovrebbe mettere mano a partire dalla educazione dei nostri figli (grandi giocatori di video-games). Mi chiedo: ma allora che educazione ricevono i figli di questi italiani? Mi vengono in mente le masse di adolescenti che si ubriacano fin dalle medie inferiori.  Devo aggiungere altro?
Mancando persone ed esempi di riferimento all'interno delle famiglie, il quadro è desolante e il risultato alla fine non poteva che essere questo.
Il massimo dell'attivismo di molti italiani spesso si limita a "postare" qualche immagine sulle loro bacheche, salvo poi ritornare a chattare su Facebook o Twitter o giocare al pc.
Un'Italia infingarda e pantofolaia che ha determinato la sua stessa catastrofe.
Non c'è da rallegrarsi neanche fuori dai confini nazionali: il fenomeno è più esteso di quanto si possa immaginare. Ciò che ci distingue dalle altri nazioni è la immediata (e opportunistica) assuefazione dell'italiano al degrado morale delle istituzioni.

La parola "Rivoluzione" echeggia sempre più insistentemente, ma mi chiedo: e chi la farà?!? Dov'è la gente pronta a giocarsi tutto quello che ha, per un "futuro migliore", "per propri figli"?!? La gente che ci circonda è fatta da mollaccioni festaioli. Ci vuole ben altro che un giovane infuriato per cambiare le cose.
La prova? Chiedetevi onestamente, a partire da voi stessi, quanti sono coloro che sarebbero disposti a cambiare se stessi per uscire da questo degrado economico-sociale.
La "Rivoluzione" inizia sempre con il voler cambiare sé stessi innanzitutto. Allora si che si troverà la forza di alzare il capo, affrontare e sconfiggere un male così grande.

giovedì 29 marzo 2012

Emilio Fede è cacciato da Mediaset


L' «ammogliato speciale», dell'on.le Diana De Feo, figlia dell'allora potentissimo vicepresidente della Rai Italo De Feo, per cui fu anche soprannominato «genero di prima necessità».
Il famoso «Sciupone l'Africano»,così chiamato per le sue eccessive note spese di quand'era inviato speciale in Africa, non sarà più alla guida del Tg4. E neanche in tutta Mediaset.
Ora potrà dedicarsi a tempo pieno ai suoi famosi vizietti: il gioco d'azzardo e le scappatelle extraconiugali.
Concordemente con coloro che però gli riconoscono una partigianeria senza infingimenti, da italiano libero so che non ne sentirò la mancanza. Spero solo che gli vadano presto a fargli compagnia altri due lecchini famosi: Bruno Vespa e Giuliano Ferrara.

martedì 14 febbraio 2012

Approfondimenti

Per coloro che mi hanno chiesto maggiori informazioni e riferimenti (in italiano) circa il caso Garzón, indico due tra i migliori link (bene informati) ove troveranno quasi tutto su uno dei più gravi attacchi alla libertà e alla ricerca della verità.

http://www.dirittiglobali.it/home/categorie/33-internazionale/26767-la-vendetta-contro-garzon.html

 http://www.dirittiglobali.it/home/categorie/33-internazionale/28024-linquisizione-al-rogo-garzon-.html